Nient’altro che la verità, questo è il titolo del nuovo libro di Michele Santoro in uscita in tutte le librerie il 29 aprile. Si tratta, forse, dell’inchiesta più importante della vita del giornalista, un lungo viaggio con Maurizio Avola che ha all’attivo più di ottanta omicidi. Il libro-inchiesta ripercorre 30 anni di storia della mafia in Italia, ricostruiti nel dettaglio, con rivelazioni sul periodo delle stragi. Santoro si trasforma così in un confidente, quasi un depositario di segreti e lui stesso afferma di non conoscere perché ha deciso di incontrare una persona che ha ucciso più di ottanta persone. Trovandosi di fronte ad Avola, prova quasi la sensazione di ritrovarsi davanti a uno specchio nel quale riconosce dei tratti simili ai suoi. Si ritrova così a seguirlo in un labirinto di ricordi, dove viene condotto con sicurezza, svelandogli poco per volta gli intrecci tra potere e politica.
L’autore
Michele Santoro è nato a Salerno il 2 luglio 1951 ed è un noto giornalista, conduttore televisivo e autore. Dopo aver conseguito la laurea in Filosofia, entra a far parte del mondo dei media e dell’informazione grazie alle sue indubbie qualità di comunicatore e di capacità di approfondimento. Collabora con numerose testate giornalistiche, tra cui Il Mattino, Rinascita, L’Unità, Epoca e Prima Comunicazione. Passa poi a lavorare in radio, prima di essere assunto in Rai nel 1982. In televisione diventa conduttore di speciali e settimanali come Tre Sette, Oggi dove, Specialmente sul Tre e Tg Terza. La notorietà di Santoro, però, è merito di alcuni programmi di approfondimento giornalistico di cui è stato conduttore come Samarcanda, Rosso e Nero, Temporale e Sciuscià. Il suo modo di fare giornalismo ha provocato una vera e propria rivoluzione nel mondo delle notizie. Non a caso, ha suscitato ampie discussioni e divisioni. Santoro si contraddistingue per avere interessi e competenze in diversi settori. Nel 1992 ha pubblicato il suo primo libro dal titolo Oltre Samarcanda. Nel 1991 ha ideato e condotto, insieme a Maurizio Costanzo, la maratona per Libero Grassi, in cui tv pubblica e privata si unirono per una lunga diretta contro la mafia.

Trama
In Nient’altro che la verità, mafia e antimafia, politica e potere, informazione e depistaggi, si intrecciano in un racconto che si muove tra passato e presente. Il libro-inchiesta ha come protagonista Maurizio Avola che non è noto come Tommaso Buscetta e non è neanche mai stato un capo della mafia come Totò Riina. Tuttavia, si tratta di un killer che ha ucciso più di ottanta persone, sempre preciso e silenziose. Durante le inchieste da parte degli inquirenti è stato forse sottovalutato. Ad accendere l’interesse dell’autore è il fatto che Avola ha collaborato con Matteo Messina Denaro e che abbia compiuto insieme a lui, l’ultimo padrino, diverse azioni. Si tratta, probabilmente, dell’inchiesta più importante che Michele Santoro abbia mai condotto. Il giornalista si trasforma via via in un interlocutore a cui Avola confida i suoi segreti, le tessere di un puzzle incompiuto dalle rilevazioni sconvolgenti. Il racconto si muove tra passato e presente, dalla Sicilia degli anni Settanta, fino ai giorni nostri.
Recensione
Questo libro rappresenta per l’autore un’occasione che non ha voluto perdere. Proprio quando è stato costretto, suo malgrado, di nuovo al silenzio, questo libro rappresenta proprio il suo microfono. Contiene tante notizie clamorose che avrebbe potuto farci una decina di trasmissioni televisive. Il racconto nasce dal fatto che Michele Santoro e Guido Ruotolo incontrano un protagonista della cosiddetta stagione delle stragi, mentre erano sulle tracce di Matteo Messina Denaro. Si tratta di una persona che vive ancora prigioniera di un orribile passato, come se nemmeno la morte potesse liberarlo da quest’incubo. Maurizio Avola desta sgomento per la sua lucidità, razionalità e meticolosità che hanno accompagnato i suoi delitti.
Un uomo d’onore di Cosa Nostra, il killer di più di ottanta persone, eppure non può essere considerato un sanguinario assassino seriale, ma presenta, piuttosto le caratteristiche di un terrorista. Quando ha scoperto l’ipocrisia e il cinismo dell’organizzazione in cui credeva ha deciso di dire la verità senza chiedere niente in cambio, neanche la protezione. Avola non si considera un pentito e non crede nel perdono, perché lui per primo non riuscirebbe a perdonarsi per quello che ha fatto. Fin dal primo incontro, Santoro e Ruotolo, hanno intuito che custodiva un segreto di cui non aveva ancora parlato ai magistrati e scoprirlo è stato a dir poco sconvolgente. Avola ha fatto parte del commando che ha eseguito la strage di via D’Amelio e ha indicato uno per uno chi ne faceva parte e come sono andate le cose esattamente. Questa, però, è solo una delle sue rivelazioni, nel libro se ne scoprono anche altre.
Conclusioni
Con questo libro Michele Santoro porta alla luce diverse sconcertanti rivelazioni che, ad oggi, erano ancora ignote. L’autore stesso ha dichiarato, che dopo questo racconto, ha dovuto rivedere diverse sue convinzioni. Si tratta di un racconto assolutamente originale e non scopiazzato dalle carte giudiziarie, realizzato con tutta la passione di cui solo Santoro è capace.
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