Io Posso. Due Donne Sole Contro la Mafia, Il Nuovo Libro Nato dalla Collaborazione tra Pif e Marco Lillo

Un libro di denuncia. Questo è quello che vuole essere sostanzialmente Io posso. Due donne sole contro la mafia. Le persone in questione sono le due sorelle Pilliu di Palermo, che nel loro piccolo stanno cercando di combattere il sopruso che la mafia compie ogni giorno nei confronti dei piccoli cittadini. Quando si parla di attività malavitosa non ci si riferisce infatti solo ai fatti eclatanti che sono balzati agli onori della cronaca sotto gli occhi di tutti, ma anche a tutte le azioni illecite che coinvolgono gli individui comuni e mandano in rovina intere famiglie.

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La trama del libro

La vicenda narrata con un linguaggio realistico e coinvolgente verte quindi su una di quelle storie che accadono spesso ma che si tende a nascondere per paura di ritorsioni nei confronti di se stessi e dei propri cari. Quando alle due ragazze viene detto che quella che hanno considerato giustamente la loro casa di proprietà in realtà non gli appartiene più, queste decidono di ribellarsi. Per questo la stessa palazzina subisce gravi danneggiamenti negli anni seguenti per permettere la costruzione di un’altra struttura, perdendo il suo valore iniziale.

Rivolgersi al tribunale non ha permesso a coloro che si trovavano dalla parte del giusto di vedere riconosciute le proprie ragioni, ma la beffa è arrivata direttamente dall’agenzia dell’entrate, che ha richiesto un risarcimento del 3% su una somma che non verrà mai riscossa dalle sfortunate malcapitate. Una situazione come certamente ne sono accadute molte nel nostro paese, che però due autori come Pif e Marco Lillo, da sempre attenti alle problematiche sociali, hanno deciso di trasformare in un libro che possa divenire un messaggio per coloro che devono gestire condizioni di questo genere, soprattutto a livello istituzionale.

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Io posso. Due donne solo contro la mafia

Le tematiche affrontate

Il messaggio che si intende veicolare è quello che la voce dei deboli merita di essere ascoltata non solo dalle altre persone che ne condividono le sorti ma anche dagli organi competenti, i quali non dovrebbero girarsi dall’altra parte ed emettere sentenze palesemente ingiuste per il timore di un’organizzazione così radicata come la mafia. Se tutti riuscissero in qualche modo a denunciare quanto li coinvolge probabilmente sarebbe più facile arginare almeno in parte questa piaga sociale, anche se certamente non si tratta di una battaglia semplice e alla portata di tutti.

Scegliere di pubblicare un libro sul tema, basato su una storia vera, significa porre un primo mattone del muro che dovrà arginare il fenomeno, cercando di restituire dignità a due donne che non solo sono state vittima di un abuso ma lo hanno anche visto legittimato dalla legislazione. Il presunto costruttore ha infatti attualmente tutti i beni sequestrati e non potrà mai fornire loro la somma che il giudice ha richiesto, condannandole di fatto alla perdita di un bene importante, del quale non hanno potuto fruire serenamente in tutti questi anni.

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Leggendo questo libro non potrete fare altro di indignarvi per quelle che sono vicende che purtroppo si verificano quotidianamente, mandando in rovina delle storiche attività o sottraendo ai legittimi proprietari quanto in realtà gli spetta. Lo scopo dei due autori è fare in modo di iniziare un processo di denuncia che, se seguito da altre testimonianze del genere, potrebbe portare ad affrontare la problematica in maniera decisamente più proficua di quanto sta accadendo in questo momento. Le difficoltà economiche delle due sorelle sono inoltre reali, poiché lo stato richiede loro questo famoso pagamento del 3% che non è affatto una somma esigua, poiché calcolato sul fantomatico risarcimento che non vedranno mai nelle loro tasche.

Se decidete di acquistare il volume, quindi, non solo avrete la possibilità di informarvi circa una tematica di grande attualità che ci coinvolge tutti, vicini e lontani, ma anche contribuire con il vostro denaro a raggiungere la cifra necessaria a saldare il debito, così da liberare le malcapitate da questo ulteriore incubo. Inoltre, parte del ricavato servirà a ristrutturare le palazzine danneggiate dalla mafia, permettendo a coloro che hanno perso la casa di poter prendere di nuovo possesso di quanto di loro spettanza. Un modo per fare giustizia per quelle che sono le proprie possibilità, là dove non sono gli organi competenti a garantirla come dovrebbero. Non è corretto che le figure malavitose si sentano in diritto di dire “Io posso” e perpetrare continuamente soprusi nei confronti dei normali cittadini, che talvolta non possono fare altro che subire la situazione a testa bassa.

Conclusioni

È il caso di invertire la tendenza e la strategia più attualizzatile è iniziare raccontando una storia dal forte impatto, per incentivare gli altri a fare lo stesso. Si tratta pertanto di un libro decisamente consigliato, scritto con abilità e attraverso un occhio oggettivo di denuncia sociale, con il fine di aiutare due persone che avrebbero potuto essere ognuno di noi e non hanno colpa per la sorte che gli sta capitando loro malgrado.

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